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Sulla "resilienza"
di Alice Miller

aprile 2001

L'immagine eccellente dell'iceberg proposta da Olivier Maurel mi ha aperto gli occhi sul fatto che i gruppi che parlano tanto entusiasticamente della resilienza ovvero della capacità di recupero dei bambini sembrano preoccupati solo dei bambini visibilmente maltrattati e abbandonati. È vero, a quei bambini la società di oggi offre vari modi di superare anche i più terribili effetti dei traumi subiti in precedenza e di poter recuperare, grazie alla sicurezza che possono sviluppare da tutto questo. Il sistema legale che spesso (se non sempre) si schiera dalla loro parte, testimoni illuminati, avvocati empatici, terapeuti ben preparati, tutta questa gente aiuta un bambino maltrattato a diventare un sopravvissuto consapevole che in seguito non vorrà rifare ai suoi bambini quello che è stato fatto a lui.
Ma noi, il gruppo che si occupa del problema della violenza educativa, parliamo di qualcos'altro. Parliamo del 90% della popolazione mondiale che ha subito una pazzia 'pedagogica' senza mai diventare consapevoli di quanto fosse connessa all'umiliazione e ad altri gravi traumi. Le vittime di questo tipo di violenza non possono contare sull'empatia della società, perché l'intera società nega la loro sofferenza, in quanto nega la propria. Per le vittime di questo tipo di traumi non esiste nessun tribunale, nessun testimone illuminato, né compassione da parte di nessuno, almeno finché quasi tutti ripetono senza pensarci due volte: "Le botte non mi hanno fatto alcun male, mi hanno reso forte". Per questa ragione le vittime della violenza pedagogica non possono sviluppare alcuna resilienza, o capacità di recupero, diranno invece: "quello che mi ha fatto bene non farà male ai miei bambini". In questo modo si verifica la cosiddetta "trasmissione transgenerazionale". I bambini picchiati per motivi 'educativi' domani saranno quasi inevitabilmente dei picchiatori se non incominciamo a fare attenzione a questa dinamica.
Grazie al chiarimento di Olivier Maurel, capisco come i partigiani della resilienza si curano solo della punta dell'iceberg e trascurano la parte nascosta. È necessario che i mass media capiscano questa distinzione per evitare gravi fraintendimenti nelle discussioni attuali su questi argomenti. È necessario sapere che senza testimoni illuminati, senza l'aiuto di una società consapevole e ben informata, i bambini che vengono picchiati restano soli con la loro sofferenza repressa, e questo è il motivo per cui, per tutta la loro vita, saranno convinti che sono stati picchiati per il loro bene. Non possono sviluppare nessuna consapevolezza di questa ingiustizia, quindi nessuna resilienza.

The Forbidden Issue © Alice Miller

Vedi anche:
Project NoSpank
"Les pièges de la résilience"

Collegamenti esterni:
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