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Gli abusi sui minori all'origine delle torture
di Alice Miller, Ph.D.
Molta gente dice di essere inorridita per gli atti perversi commessi dai soldati americani su persone adulte, i prigionieri iracheni. Non ho mai sentito una tale reazione ai tentativi occasionali di portare alla luce pratiche simili commesse sui bambini, per esempio nelle scuole inglesi e americane. Lì, queste pratiche si chiamano "educazione". Ma la violenza è la stessa. Il mondo intero sembra stupirsi che una tale brutalità possa emergere tra le forze armate americane. Dopotutto l'America si presenta davanti al pubblico internazionale come guardiana della pace nel mondo. C'è una spiegazione a tutto questo, ma è difficile trovare chi la vuole sentire.

È un fatto assolutamente positivo che sia stata fatta luce sulla situazione e che i mass media abbiano rivelato questa falsità per quello che è. In pratica le cose vanno così: siamo una nazione civilizzata, amante della libertà, che porta democrazia e indipendenza al mondo intero. Con questo motto gli americani si son fatti strada con la forza in Iraq con risultati devastanti e ancora insistono a dire di esportare valori culturali. Ma adesso salta fuori che assieme alle bombe e ai missili, i loro soldati ben-inquadrati e ben vestiti, si portano dietro un enorme arsenale di rabbia repressa, invisibile all'esterno, invisibile a loro stessi, in agguato nel loro io più profondo, ma indubbiamente pericolosa.

Da dove proviene questa rabbia repressa, questo bisogno di tormentare, umiliare, deridere e violentare esseri umani inermi? (prigionieri o bambini) Questi soldati, che esteriormente appaiono dei duri, di che cosa si stano vendicando? E dove hanno appreso questo comportamento? Prima di tutto da bambini piccoli gli hanno insegnato l'obbedienza con le "correzioni" corporali, poi a scuola, sono serviti come oggetti indifesi per soddisfare il sadismo di certi insegnanti, e infine come reclute durante l'addestramento militare, trattati come spazzatura dai loro superiori per imparare alla fine la dubbia capacità di incassare tutto, e diventare dei "duri".

Ovviamente un soldato deve essere duro. Non deve farsi guidare dai suoi sentimenti ma solo dagli ordini. Deve funzionare come una macchina, una macchina totalmente affidabile. Allora cosa non ha funzionato? All'inizio tutto sembrava perfetto. Giovani addestrati come soldati, hanno scelto di diventare killer professionisti e il governo ha dato il benvenuto. Nessuno si è chiesto perché questi giovani sentivano il bisogno di uccidere e forse di essere uccisi. Il governo ha fondato un'elite militare che invia in altri paesi per scopi "umanitari". Nessuno è colpito da tutta questa assurdità. Così sono sempre andate le cose al mondo e ci siamo abituati all'idea.
È vero che la guerra scatena l'aggressività latente. Ma per essere scatenata deve essere già presente. Ma ora emerge la verità. La sete di vendetta non viene dal nulla, non è un atto di Dio. Ha una causa ben identificabile. La sete di vendetta ha origine nell'infanzia, quando i bambini sono costretti a soffrire nel silenzio in combinazione con la crudeltà inferta in nome dell'educazione. Imparano a torturare gli altri dai loro genitori, poi dai loro insegnanti e superiori. Non è nient'altro che un esempio di sistematica istruzione su come distruggere gli altri. Tuttavia molti credono che questo non abbia conseguenze nefaste. Come se i bambini fossero dei container che si possono svuotare di tanto in tanto. Ma il cervello umano non è un container. Quello che impariamo nella prima fase dello sviluppo rimane dentro di noi per il resto delle vita.

Nel mio ultimo libro
¹ ho indicato che in 22 stati americani bambini e adolescenti possono essere picchiati, umiliati, e a volte sottoposti a comportamenti apertamente sadici senza nessuna conseguenza legale. Questo trattamento equivale a una vera e propria tortura. Ma non si chiama così. Va sotto il nome di educazione, disciplina, leadership. La maggioranza delle religioni favorisce attivamente queste pratiche. Non c'è una protesta contro di loro, a parte qualche sito internet. Ma Internet è anche piena di pubblicità di frustini e altri aggeggi per punire i bambini piccoli e farli diventare individui timorati di Dio, che Dio approvi e doni loro il Suo amore. Lo scandalo in Iraq mostra cosa ne sarà di questi bambini quando raggiungeranno l'età adulta. I soldati perversi sono il frutto di un'educazione che attivamente istilla violenza, grettezza e perversione nei giovani.
I mass media citano esperti di psicologia che sostengono che la brutalità manifestata dai soldati americani è una conseguenza dello stress provocato dalla guerra. È vero che la guerra scatena l'aggressività latente. Ma per essere scatenata dev'essere già presente. Sarebbe impossibile per degli individui che non siano stati esposti alla violenza molto precocemente, a casa o a scuola, violentare e deridere prigionieri indifesi. Semplicemente non potrebbero. Sappiamo dalla storia dall'ultima guerra mondiale che molti soldati di leva erano stati capaci di mostrare un volto umano, anche nello stress della guerra. Molti resoconti di guerra e delle condizioni nei campi di concentramento ci dicono come anche uno stress estremo non necessariamente trasforma gli adulti in individui perversi.

La perversione ha una lunga storia oscura, immancabilmente radicata nell'infanzia dell'individuo. Non c'è davvero da stupirsi del fatto che molte volte queste storie siano tenute nascoste agli occhi della società. Le persone a cui hanno insegnato a obbedire tramite la violenza loro inflitta, hanno ottime ragioni per evitare di ricordarsi delle sofferenze attraversate nella loro infanzia e cercano di prevenire che i fatti rimossi possano mai riemergere alla luce del sole. Molti preferiscono sottomettersi alle frustate nei club sadomaso, dicendo di godere, piuttosto che chiedere a se stessi perché indulgano in tali perversioni. Nella nostra società il culto dell'inconscio è ancora dominante.

Non è vero che tutti ci portiamo dentro la nostra "bestia", come certi esperti di psicologia sostengono. Solo le persone che sono state trattate in modo perverso, ma negano i fatti, cercheranno capri espiatori tra quelle persone su cui possono inconsciamente sfogare la loro rabbia, dichiarando nelle interviste che l'hanno fatto "solo per scherzare" (esattamente come i loro violenti e "innocenti" genitori avrebbero potuto dichiarare). Oppure si autodistruggono prendendo droghe e altre sostanze per alleviare il dolore. Ovviamente i bambini nella loro condizione di vittime sono incapaci di sopportare il dolore o di capire che si sta commettendo un crimine contro di loro. Ma gli adulti possono imparare a simpatizzare con il bambino ferito, e nel divenire coscienti, possono liberare se stessi (e il mondo) dalla "bestia" dentro.

L'argomento Proibito © Alice Miller


¹ "Die Revolte des Körpers" (in italiano da Raffaello Cortina Editore, autunno 2005)

The Forbidden Issue - L'argomento Proibito
sito ufficiale di Alice Miller

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© Alice Miller May 2004

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