Ci sono
molte teorie in conflitto tra loro
riguardanti il mestiere di genitori. Molte
suggeriscono metodi severi per
controllare il bambino e imporgli la
volontà del genitore. Metodi che
appaiono innaturali, o almeno, non
appaiono amorevoli.
Il bambino naturale offre una rara
occasione per il ritorno di genitori che
amano e curano i propri figli con un
metodo naturale che è sempre esistito
nell'arco della maggior parte della
storia dell'umanità. Con questa guida
illuminante e profonda la psicologa Jan
Hunt, specialista del rapporto
genitoriale, collega insieme i principi dell'attaccamento
parentale ai diritti dell'infanzia e alla
filosofia della scuola familiare
(Homeschooling) offrendo un'approccio
coerente per crescere un bambino
amorevole, fiducioso e sicuro di sè.
Con uno stile sincero e accessibile a
tutti senza complicazioni 'Il bambino
naturale' ispira una saggezza durevole
per tutti i nuovi genitori e coloro che
già lo sono.
Riconoscimenti
SONO IN DEBITO CON MIO
FIGLIO, Jason Hunt,
che ha corretto e stampato il primo
manoscritto del libro con straordinaria
cura e dedizione. Grazie alla sua
notevole attenzione ai dettagli e al
tempo prezioso che ha dedicato a questo
progetto le mie parole sono molto più
chiare.
Sinceri ringraziamenti anche a Marcus
Hunt, Denise Green, Bonnie Gonzales e
Elizabeth Hallett per l'attenta lettura
dei miei articoli, i suggerimenti
creativi e l'incoraggiamento che mi hanno
dato nel corso degli anni. Ringrazio
tanto Susan Buckley per avermi ispirato a
seguire i miei sogni.
Grazie a Susannah Sheffer della Holt
Associates, per la prima pubblicazione
delle mie lettere e articoli in Growing
Without Schooling che mi ha aiutato
all'inizio della mia professione di
scrittrice, e a Wendi Priesnitz che ha
pubblicato per nove anni i miei articoli
su genitori e figli su Natural Life.
Grazie a Peggy O'Mara, redattrice ed
editrice di Mothering, per il
suo costante entusiasmo verso il mio
lavoro e per aver scritto la prefazione
di questo libro nonostante i suoi
impegni.
Grazie anche a David Albert per il suo
incoraggiamento ed entusiasmo e il suo
aiuto per cercare un'editore per questo
libro.
Un ringraziamento del tutto speciale a
Chris Plant, Audrey McLellan e il
personale della New Society Publishers
per aver riconosciuto l'importanza di
aiutare i genitori a trattare i propri
figli con fiducia e compassione, e per
esser stati sempre nei nostri rapporti
esempi viventi di queste qualità umane.
GENITORI
CON EMPATIA
E FIDUCIA
_______________
"Capire" i Bambini
COSA VUOL
DIRE
"capire" i bambini? E' un
concetto che uso abitualmente nel mio
lavoro di psicologa e scrittrice e che
sembra essere una condizione del tipo SI
/ NO: le persone capiscono o non
capiscono. O capiscono che i bambini sono
esseri umani che meritano di essere
trattati come esseri umani, oppure non
capiscono. Sfortunatamente c'è molta
gente nella nostra società che non lo
capisce. E sorprendentemente questo vale
anche per molti professionisti della
salute mentale.
Cosa vuol dire che non capiscono? Vuol
dire che sono succubi della nozione
secondo la quale i bambini sarebbero
sostanzialmente diversi dagli adulti.
Vuol dire che pensano che i bambini
operano in base a principi di
comportamento ampiamente diversi dagli
adulti. Devono per forza pensarla in
questo modo perché nessun adulto migliora
il proprio comportamento essendo
picchiato, insultato, criticato, sgridato
o punito in alcun modo. Gli adulti si
comportano nello stesso modo in cui
vengono trattati, questo tutti lo sanno.
Allora perché pare che non tutti
sappiano che la stessa cosa vale anche
per i bambini? Perché credono che i
bambini si comportino meglio se vengono
puniti? Sarà certamente vero che cambiano
atteggiamento per paura, ma come lo
psicologo e scrittore Marshall Rosemberg
ci ricorda sono due le domande che
dobbiamo porci quando vogliamo correggere
il comportamento di un bambino:
Due domande ci aiuteranno a capire
perché è impensabile ottenere ciò che
vogliamo con le punizioni... La prima
domanda è:
Cosa io voglio che questa persona faccia
diversamente da quanto sta facendo ora?
Se rispondiamo solo a questa domanda
le punizioni possono sembrare efficaci
perché la minaccia, o l'esercizio della
forza punitiva, possono condizionare una
persona a comportarsi meglio.
Tuttavia con la seconda domanda è
evidente che le punizioni non possono
proprio funzionare:
Quali sue proprie ragioni vorrei che
questa persona avesse per fare quello che
le sto chiedendo?
Affrontiamo con umiltà la seconda
domanda ma nel farlo ci rendiamo subito
conto che... le punizioni danneggiano la
buona volontà e l'autostima e spostano
l'attenzione dall'intrinseco valore di
un'azione verso le conseguenze esterne.
Rimproveri e punizioni falliscono nel
promuovere quelle ragioni che vorremmo
ispirare agli altri.
Il Dr. Rosemberg è uno psicologo che
"capisce" chiaramente e
completamente. Eppure per molti non è
così. Ci sono molti che vorrebbero
credere che la descrizione del Dr.
Rosemberg vada bene per gli adulti ma non
per i bambini. Tuttavia, se i bambini
fossero tanto diversi dagli adulti, in
quale giorno esattamente della loro vita
cambierebbero improvvisamente il loro
modo di operare? Alla mattina del loro
diciottesimo compleanno? Il ventunesimo?
Nessuno può rispondere alla domanda
perché non esiste questa transizione.
Gli esseri umani di qualunque età
operano in base agli stessi identici
principi: si comportano bene quando
vengono trattati bene dagli altri e in
cambio reagiscono volendo bene a quella
persona. Si comportano non molto bene
quando vengono feriti intenzionalmente da
qualcuno e in cambio reagiscono con
rabbia e risentimento volendo male a
quella persona. Non fa alcuna differenza
che il maltrattamento sia razionalizzato
nella testa del genitore "per il
bene" del bambino, una tale
motivazione è irrilevante. Quello che i
bambini percepiscono è l'azione in sè.
Se questo non lo capiamo, credendo che i
bambini abbiano differenti e strani
principi di comportamento, allora fare i
genitori diventa molto più difficile. Stiamo
sempre li a tirare a indovinare cosa
dobbiamo fare. Contiamo fino a cinque o
fino a dieci prima di dare uno
scapaccione? Concediamo due o cinque
minuti di 'time-out'? Costringiamo in
casa nostro figlio adolescente per un
giorno o per una settimana? Dobbiamo
scusarci per i nostri errori oppure
mostrare una facciata perfetta ai nostri
figli?
Se capiamo, se comprendiamo, che i nostri
figli hanno gli stessi principi
comportamentali, la stessa natura umana
di tutti noi, sarà semplice prevedere
come reagiranno alle nostre azioni.
Dobbiamo solo chiederci come reagiremmo noi
se ci trovassimo nella loro stessa
situazione.
Essere genitori diventa un mestiere
relativamente semplice come applicare la
regola d'oro: fai agli altri quello che
vorresti fosse fatto a te, come il Dr.
Barker, direttore della Società canadese
per la prevenzione degli abusi
sull'infanzia, dice in modo molto
eloquente:
I bambini i cui bisogni siano stati
precocemente soddisfatti da genitori
affettuosi sono sottomessi totalmente e
incondizionatamente alla più severa
forma di 'disciplina' possibile: non
fanno quello che non vuoi che loro
facciano perché ti vogliono tanto bene!
Se non avete soffocato il respiro tra voi
e vostro figlio con migliaia di stupidi
"no" per le vostre porcellane
Royal Doulton, per non mangiare il
dessert prima del piatto principale, per
non aver finito gli spinaci, non fare
questo e non fare quello, allora nelle
rare situazioni dove veramente è
importante dire no, per ragioni di
sicurezza e correttezza, non ci sarà
bisogno di nessun approccio coi connotati
della 'disciplina' per garantire un
comportamento adeguato.
Essere bambini non significa essere umani
meno di quanto lo siamo noi. I bambini
meritano di esser trattati con rispetto,
dignità, comprensione e compassione. Se
vengono trattati in questo modo tutti ne
traiamo beneficio.
__________________________
L'Importanza dei genitori empatici
Ogni persona che
abusa dei propri figli è
stata lei stessa gravemente
traumatizzata nella sua
infanzia...non esiste altra
ragione per gli abusi
sull'infanzia se non la
repressione e la confusione
patita in passato da chi
abusa.
Alice Miller
COME PUO'
UN BAMBINO MATRATTATO superare le proprie esperienze
dolorose abbastanza per dare ai propri
figli più amore di quanto ne ha ricevuto
lui stesso? Quando questi bambini
diventeranno adulti saranno condannati a
ripetere un ciclo senza fine di odio,
violenza e vendetta? O ci sono altre vie
per fermare la spirale della violenza e
imparare a trattare in modo più umano e
sensibile i bambini?
Se è probabile che i genitori che
feriscono i propri figli siano stati loro
stessi feriti durante l' infanzia, la
ripetizione di questo schema non è
qualcosa di inevitabile. Ci sono bambini
che hanno subito abusi nella loro
infanzia e sono cresciuti nel convincimento
di voler dare ai propri figli
quell'infanzia che loro stessi non hanno
ricevuto. Mio padre, che talvolta veniva
picchiato e talvolta umiliato da suo
padre, esprimeva il desiderio di
"dare ai miei figli una vita
migliore di quella che ho avuto io".
La semplicità di questa affermazione è
illusoria. Infatti comporta due passaggi
complessi: primo, il genitore deve
diventare consapevole che ha subito abusi
nella sua infanzia. Questo è il passaggio
più difficile, perché gli abusi
dell'infanzia sono talmente dolorosi che
tendiamo a sopprimerli. Quindi possono
diventare inaccessibili addirittura
quando ci sentiamo pronti ad affrontare i
nostri limiti emozionali. Spiega Alice
Miller: "Molte persone ricordano
scarsamente quanto hanno sofferto da
bambini perché hanno imparato a
considerare quello che hanno subito come
una punizione giusta per la loro
'cattiveria' e anche perché un bambino
è costretto a reprimere gli avvenimenti
dolorosi per sopravvivere". Tuttavia
non è una cosa inevitabile che ogni
bambino che abbia subito abusi diventi
lui stesso un adulto che abusa dei
bambini: "se quando era bambino ha
avuto la possibilità, anche solo per una
volta, di incontrare qualcuno che gli
abbia dato qualcosa di meglio della
pedagogia e della crudeltà: un maestro,
una zia, un vicino, una sorella o un
fratello. Solo attraverso l'esperienza di
essere amato e confortato un bambino può
distinguere la crudeltà per quello che
è, esserne consapevole e resistere
contro di essa".
La consapevolezza non basta tuttavia, per
arrestare il circolo vizioso degli abusi.
Per compiere il secondo passo verso
questa meta i genitori devono imparare
nuovi modelli di relazione coi bambini,
modelli che raramente possono aver visto
da bambini.
In che modo questi genitori possono
imparare a trattare i propri figli con
dignità e rispetto?
Il Dott. Elliot Barker consiglia quattro
passi critici che tutti gli aspiranti
genitori possono intraprendere per
allevare bambini emotivamente sani
"indipendentemente da quanto
sbagliata è stata la propria educazione".
Un'esperienza natale positiva. Spiega
il Dr. Barker: "Se entrambi i
genitori sono presenti alla nascita, e se
l'esperienza natale è positiva, è
praticamente certo che il papà e la
mamma si innamorano del loro bambino...
il compito gravoso di accudire il bambino
è sentito molto meno gravoso; sono
ossessionati da quanto è meraviglioso il
loro bambino".
Allattamento al seno prolungato.
"Allattare fino a quando il bambino
non ne ha più bisogno è un'altra di
quelle cose che una madre può fare da
cui scaturiranno altre cose
positive...come per magia", per
Elliot Barker: "L'allattamento al
seno nutre l'amore per il vostro bambino.
L'allattamento prolungato aiuta la madre,
l'attaccamento infantile sopravvive ai
momenti difficili che altrimenti
porterebbero a un distacco emotivo e
incomunicabilità".
Separazione minima e costanza di
chi lo accudisce. Per il
pediatra William Sears soltanto il
genitore "è in perfetta sintonia
coi bisogni del bambino. Essere lontani
dal bambino nei periodi di stress lo
priva del sostegno più importante e
priva anche voi della possibilità di
cementare ulteriormente la vostra
amicizia... I neonati imparano a
tollerare le frustrazioni, ma al prezzo
di una minore autostima e capacità di
aver fiducia".
Intervallo tra un bambino e l'altro.
Per il Dott. Barker: "allevare
correttamente un bambino fino a 3 anni
richiede un enorme dispendio di tempo ed
energie da parte di entrambi i genitori.
L'intervallo tra un bambino e l'alto è
una cosa importante che i genitori
possono concedersi per prevenire lo
sfinimento a cui si può andare incontro
quando i genitori con le migliori
intenzioni affrontano il difficile
compito di soddisfare i bisogni emotivi
di più bambini troppo vicini nel
tempo".
Questi 4 punti fondamentali hanno
conseguenze importanti su tutta la
famiglia. Non solo per l'amore e il
rapporto di fiducia con il bambino, ma
aiutano anche i genitori a guarire dalle
sofferenze della loro infanzia. Stabilendo
un legame di amore e fiducia tra genitori
e figli, questi passi possono fermare il
circolo vizioso degli abusi nell'arco di
una generazione.
Alice Miller assicura che "è
asolutamente impossibile per chi è
cresciuto in un ambiente leale,
rispettoso e affettuoso essere portato a
opprimere una persona più debole...Ha
imparato molto precocemente che è giusto
provvedere alla creatura piccola e
indifesa dandole una guida e protezione;
questa consapevolezza, immagazzinata
precocemente nella mente e nel corpo,
sarà efficace per il resto della
vita". Un bambino allevato in questo
modo crescerà con una profonda e
incrollabile convinzione che è sbagliato
fare del male a un altro essere umano.
Sfortunatamente molti nuovi genitori sono
inconsapevoli di questi quattro punti
critici, specialmente se non hanno mai
conosciuto la fiducia e l'amore
incondizionato nella loro infanzia.
L'inesorabile spirale della violenza si
può fermare attraverso programmi
educativi che mettano in rilievo i 4
passi dell'attaccamento parentale, nuove
leggi che diano ai bambini quella
protezione di cui hanno bisogno e che
meritano, e il trattamento amorevole dei
bambini da parte di coloro che interagiscono
con le famiglie.
In Scandinavia esiste una legislazione
che proibisce la violenza sui bambini,
non solo aggressioni fisiche e sessuali,
ma anche sculacciate e bullismo. Queste
leggi non comportano pene ma servono ad
aumentare la consapevolezza della gente
sui legittimi bisogni e i diritti dei
bambini. Saranno efficaci queste leggi
quando tutto il resto fallisce? Alice
Miller ritiene che "ogni essere
umano in trappola cerca una via d'uscita.
In fondo dovrebbe essere contento e grato
se gli si offre una via d'uscita che non
comporta una condanna o la distruzione
dei suoi figli".
Per fortuna anche la fiduciosità e la
capacità di amare, una volta stabilitesi
nel bambino, si tramandano di generazione
in generazione tanto facilmente quanto la
crudeltà e la sfiducia. Alice Miller ci
rassicura che "è totalmente falso
che gli esseri umani debbano continuare a
ferire compulsivamente i propri figli...
le ferite possono guarire e non hanno
più bisogno di tramandarsi se non
vengono ignorate. E' assolutamente
possibile... essere aperti ai messaggi
dei nostri figli che possono aiutarci a
non distruggere mai più la vita, ma
piuttosto a proteggerla e aiutarla a
fiorire".
_________________
Natura o educazione?
NEL SUO
LIBRO The
Nurture Assumption, Judith Rich
Harris sostiene l'argomento secondo il
quale sarebbero i coetanei, non i
genitori, i principali responsabili di
come i figli diventeranno.
Come risposta considerate questo estratto
da un articolo sulle origini della
ribellione adolescenziale di Sidney
Craigh, "La correlazione tra
sentimenti e comportamento":
Se vogliamo che i figli trascorrano
del tempo con noi, fare in modo che ci
apprezzino, si confidino con noi, che
credano in quei valori in cui crediamo
noi e cerchino di accontentarci (per
esempio rifuggendo dall'uso di sostanze
pericolose) noi stessi ci dobbiamo
comportare con loro in modo da suscitare
sentimenti di amore verso di noi invece
di sentimenti di repulsione e rabbia. Non
possiamo ragionevolmente aspettarci un
"buon" comportamento dai nostri
figli se non sappiamo suscitare
"buoni" sentimenti dentro di
loro.
Poiché è molto doloroso per un adulto
rendersi conto e ricordare la sofferenza
e il tradimento subito da giovani e nella
prima infanzia, l'autoinganno è sempre
possibile. In un articolo chiave "I
traumi infantili" Alice Miller
spiega:
Le informazioni sulla crudeltà
sofferta durante l'infanzia restano
immagazzinata nel cervello sotto forma di
ricordi inconsci. Per un bambino è
impossibile vivere in modo cosciente quel
trattamento. Se i bambini non vengono
completamente sopraffatti dal dolore e
dalla paura devono reprimere
quell'esperienza. Ma i ricordi inconsci
del bambino abbandonato e maltrattato, a
volte anche prima di imparare a parlare,
spingono l'adulto a riprodurre
continuamente quelle scene represse, nel
tentativo di liberarsi delle paure che
quella crudeltà gli ha lasciato dentro.
La prima infanzia è il principio di
tutto l'amore e di tutta la crudeltà che
si manifesteranno negli anni a venire.
Nella misura in cui i neonati e i bambini
hanno ricevuto compassione la
trasmetteranno agli altri in futuro. C'è
un proverbio svedese che dice: man
far den respekt man ger: "Ognuno
ottiene il rispetto che ha dato agli
altri". Sfortunatamente è vero
anche il contrario. Quando manchiamo di
rispetto a un bambino (incluse tutte le
punizioni) lo abbiamo educato al
disprezzo, impulsi di rabbia e rivalsa
dentro quel bambino che in seguito
saranno inevitabilmente trasmessi agli
altri.
Una prima infanzia con genitori
compassionevoli è come la costruzione
una solida imbarcazione che proteggerà
il bambino da tutte le successive
delusioni, tentazioni, frustrazioni e
dispiaceri. Incolpare della criminalità
giovanile la pressione dei coetanei (o i
videogiochi, i film, la musica, la moda,
internet, la televisione o qualsiasi
altro aspetto della cultura
contemporanea) è come incolpare una
tempesta per aver rovesciato la barca mal
progettata di nostro figlio. Sappiamo che
ci saranno sempre tentazioni, delusioni,
tristezza, addirittura tragedie. L'
abilità di far fronte a questi eventi è
ciò che conta veramente. Dispongono di
una barca abbastanza robusta, o una barca
piena di falle? O non hanno nemmeno una
barca e sono stati buttati a mare senza
alcuna protezione? E quando affogano
accusiamo il vento, la pioggia, le onde
dei motoscafi che passano, le grinfie dei
loro coetanei anch'essi naufraghi senza
una barca, oppure ci mettiamo a costruire
barche migliori per tutti i nostri figli?
Permettetemi di fare un esempio con mio
figlio Jason. Poiché è stato trattato
con amore, compassione e fiducia fin
dalla nascita, sta solcando il mare della
vita su una solida barca. Trovo difficile
pensare a qualsiasi esperienza o
circostanza che potrebbe fargli
commettere un'azione disumana.
Semplicemente contrasterebbe gli sforzi
dei coetanei che lo spingessero in quella
direzione. Ce la metterebbe tutta anche
per aiutare i suoi coetanei perché
possano soddisfare i loro legittimi
bisogni emotivi in modo più sano e
salutare. L'ho visto comportarsi in
questo modo.
A causa del dolore che comporta il
riconoscere le ferite e le delusioni
della nostra infanzia, incolperemmo tutto
il resto pur di evitare di sentirci così
male. Ma la verità è semplice quanto il
detto: Un'infanzia felice dura per
sempre.
_________
Amore duro
UN NOTIZIA recente apparsa sui giornali
descriveva dei genitori che in un
supermarket umiliavano intenzionalmente
il figlio scuotendolo e strillandogli
addosso. Quando uno dei presenti ha
obiettato, i genitori hanno risposto:
"stiamo praticando l'amore duro".
'L'amore duro' era stato originariamente
concepito per i tossicodipendenti adulti,
non per i bambini piccoli ancora senza
esperienza di vita. Usato in quel modo al
supermarket, l'amore brutale insegna a un
bambino la dannosa e illogica lezione
secondo cui ferire deliberatamente un
altro essere umano si possa considerare
"un atto d'amore". I bambini
sanno istintivamente che questa perversa
definizione di amore è senza senso. Ma
quando questa lezione si ripete
abbastanza spesso incominciano a
crederci. Un bambino che impara ad
associare l'amore con il dolore crescerà
emotivamente menomato, confonderà
crudeltà con amore e il sadismo con
l'intimità.
I genitori che usano l'amore brutale
dovrebbero ricordarsi che "la prova
della torta è nell'assaggio". Adolf
Hitler è stato umiliato e severamente
educato da bambino, mentre il giovane
Albert Einstein era continuamente
trattato con gentilezza, dolcezza e
tolleranza. Sua madre veniva spesso
accusata di 'viziarlo'. Fortunatamente
però ha ignorato tali avvertimenti. Da
adulto Adolf Hiler ha espresso l'angoscia
e la sofferenza di quegli anni in modi
che portarono miseria e sofferenza a
milioni di persone. In confronto Einstein
non solo è diventato uno dei più grandi
scienziati dell'umanità, ma era anche un
uomo molto gentile e premuroso,
profondamente interessato alle questioni
sociali.
Questi sono esempi estremi ovviamente, ma
dentro di me non ho alcun dubbio che ci
sia una stretta e diretta correlazione
tra il grado di punizione subito
nell'infanzia e le successive difficoltà
nella vita adulta, come tra aver avuto
genitori amorevoli e la felicità e la
salute.
Con le punizioni, le minacce e le
umiliazioni non si ottiene nulla a lungo
termine perché generano odio,
risentimento e sviliscono il legame tra
genitori e figli. Le punizioni
interferiscono con la possibilità dei
figli di imparare dalle proprie
esperienze dirette, che idealmente non
dovrebbero essere gravate da paura e
dolore.
Come l'educatore Hohn Holt avvertiva:
"Se faccimo paura a un bambino
fermiamo di colpo il suo
apprendimento".
Secondo la madre nella storia del
giornale il figlio veniva punito perché
si era dimenticato di tirare l'acqua in
un bagno pubblico; ma quello che avrà
imparato il bambino da questo esempio
imposto dai suoi genitori, e da quei
presenti che non sono intervenuti a
difenderlo, probabilmente non ha nulla a
che vedere con l'igene del bagno. Ha
imparato che è cosa buona e giusta fa
soffrire e ignorare una persona
"amata". Ha imparato che anche
quelli che pretendono di amarci possono
ferirci. In effetti è probabile che
abbia imparato quanto è folle credere
alle persone che dicono di volerci bene e
che è pericoloso permettersi di stare
vicino agli altri. La severità e
l'insensibilità dei genitori e il loro
trattamento gli hanno insegnato che il
mondo è un posto cattivo e pericoloso.
Queste convinzioni formano le peggiori
fondamenta possibili per la vita. Sono
quegli atteggiamenti verso la vita e noi
stessi che più facilmente inducono a un
comportamento aggressivo da bambini e
conducono a una vita emotivamente
impoverita, egocentrica e alla fine di
inutili tentativi di soddisfare quei
bisogni fondamentali che avrebbero dovuto
essere soddisfatti da bambini.
I genitori del ragazzo sono in tutta
probabilità ben intenzionati, e
probabilmente hanno appreso i loro metodi
educativi dai loro stessi genitori. Loro
pensano di insegnare al figlio a fare le
cose giuste e a crescere per diventare un
adulto responsabile. Per ironia della
sorte il loro comportamento è facile che
provichi l'esatto contrario: da una ricerca
della della US Army, l'Esercito statunitense, si è
scoperto che sono le buone esperienze,
non quelle dolorose, a preparare i
bambini alle responsabilità di adulti.
Quello che i genitori del bambino
facevano al proprio figlio è chiaramente
un abuso. Sfortunatamente nel nord
America le leggi non sono così chiare su
che cosa costituisca un abuso mentale
come le leggi che esistono in molti altri
paesi. In Svezia per esempio, è illegale
non solo picchiare un bambino, ma anche
esercitare bullismo contro di lui.
Alcune lettere apparse in seguito
all'articolo sul giornale suggerivano a
quei genitori di mettersi addosso un
cartello del tipo "Sono un genitore
abusivo". Sfortunatamente, questo
cartello si potrebbe tradurre con
"Sono un ex bambino abusato". E
così via per generazioni, finché la
scuola non insegnerà ai genitori metodi
più illuminati, e finché nuove leggi
contro gli abusi dell'infanzia vengano
scritte in modo da promuovere un
trattamento rispettoso dei minori.
L'autore della lettera suggeriva che gli
spettatori avrebbero dovuto chiamare la
polizia. Può darsi, ma ci sarebbero
anche altre telefonate da fare. Chiamare
i legislatori perchè rendano più
restrittive le leggi contro la violenza
mentale sui bambini. Chiamare i presidi
delle scuole per ricordargli che
apprendere metodi educativi positivi vale
di più che memorizzare le date delle
battaglie. Chiamare i giudici, che devono
capire la correlazione tra punizioni
infantili e crimini adulti affinché la
smettano di raccomandare "più
disciplina" e incomincino a
prescrivere dei corsi per genitori
violenti. Chiamare genitori in attesa per
ricordargli i principi fondamentali del
comportamento: che i bambini riflettono
il trattamento che ricevono, e che i
bambini sono esseri umani che meritano di
essere trattati con dignità e rispetto.
Chiamare i direttori dei giornali e dir
loro che gli articoli che insegnano ai
genitori a educare con compassione i
propri figli sono infinitamente più
importanti delle notizie di chi tira una
palla in rete, anche se le notizie
sportive vendono più copie. Chiamare
quegli adulti che hanno la fortuna di
essere genitori e che hanno difficoltà
ad adattarsi a quel ruolo. Suggerire loro
con gentilezza che se hanno avuto un
infanzia difficile potrebbero prendere in
considerazione l'aiuto di uno psicologo
per porre fine ora al ciclo di abusi.
Non c'è da sorprendersi che un bambino
con genitori "duri" soffra e
sia così preoccupato di dimenticarsi di
tirare l'acqua. Probabilmente si
dimenticherà di un sacco di cose, ma
quello che ricorderà è che è
pericoloso fidarsi degli altri, che è
accettabile ignorare la sofferenza dei
bambini, e che è meno doloroso vivere
una vita nella solitudine e
nell'isolamento piuttosto che rischiare
di essere feriti ancora.
Amare un bambino o una bambina significa
trattarli con rispetto, pazienza,
gentilezza e compassione, in un modo
coerente alla regola d'oro: non fare ad
altri quello che non vorresti che sia
fatto a te.
L'amore brutale è brutale, questo è
certo, ma non ha niente a che vedere con
l'amore.
_______________________________
Confessione di una mamma
fiera
Mio figlio
ha 15 anni e mi ha dato solo...
Problemi?
Sapevo che l'avresti detto! Nom io figlio
di 15 anni mi ha dato solo gioia.
Stai scherzando! Come hai fatto?
Sono fiera di mio figlio ma purtroppo non
ho alcun merito. Semplicemente come madre
e padre ci riteniamo abbastanza
fortunati, dopo alcuni errori all'inizio,
per aver letto i libri e le riviste per i
genitori ed esplorato problemi familiari
con amici ben informati e
compassionevoli. Oggi è la persona più
buona, gentile e generosa che io conosca.
E allora dimmi! Cosa hai fatto?
Beh, abbiamo fatto tutto il contrario di
quello che la società ci diceva di non
fare. Ha dormito con noi, è stato
allattato al seno più anni, non è mai
stato punito, minacciato, o preso in giro
dai bulli, e gli abbiamo permesso di
esprimersi, sia la rabbia che la
felicità...
Ah, l'avete viziato?
Beh, esaminiamo quella parola. Il
dizionario definisce "viziare"
come "causare, chiedere o aspettarsi
troppo da un eccesso di indulgenza".
Nel mio dizionario questa è la terza
definizione. Rispecchia il senso comune
di questa parola nella nostra società e
denota una causa e un effetto: l'eccesso
di indulgenza, si dice, è il padre dei
vizi. Ma è giusta questa convinzione? O
questa definizione esprime solo una
diffusa incomprensione della vera natura
del bambino? Una definizione più
corretta di come i bambini imparano e
reagiscono davvero è la prima:
"danneggiare o ferire,
distruggere".
Quello che davvero vizia un bambino,
quello che lo danneggia e lo ferisce sul
serio e distrugge le qualità umane
vitali nel bambino, sono gli altri metodi
educativi: le punizioni, la separazione e
il rifiuto. Queste esperienze viziano il
senso innato del bambino della fiducia,
della capacità di amare, di creare, e di
poter essere felice.
Derubare un bambino di questi doni
prezioni è sicuramente uno degli atti
più gravi che un essere umano possa
commettere.
Dove posso trovare il tipo di
informazioni che ti hanno aiutato?
Leggi Mothering, The Compleat Mother,
Emphatic Parenting. Incontra le madri
migliori della Leche League e altri
gruppi di aiuto per l'allattamento al
seno. Parla con le levatrici. Leggi i
libri di Alice Miller, Joseph Chilton
Pearce, Tine Thevenin e John Holt.
Ascolta quello che ti dice il tuo cuore.
Credi fermamente che il tuo bambino ti
farà capire che cosa è giusto...e cosa
è sbagliato.
Come fa un bambino a dirmelo?
I bambini vengono al mondo con un amore e
una fiducia perfetti. Non sospettano, non
diffidano, non fanno giochi
intellettuali, no hanno dubbi motivi, o
nebulosi argomenti di qualsiasi tipo
finché e a meno che questa fiducia venga
tradita da esperienze così dolorose come
punizioni, rifiuto, e saparazione dai
genitori. Le lacrime e i sorrisi di un
bambino sono la più potente forma di
comunicazione di questo pianeta.
E cosa fare se ho già sbagliato?
Non ci sono genitori perfetti. Se tutti
abbiamo fatto degli sbagli, punire noi
stessi non serve e non ha senso più di
punire i bambini. Volendo ci bene e
capendo che abbiamo fatto quello che
potevamo con le informazioni e la forza
interiore che avevamo al momento, è
tanto importante come amare e capire i
nostri figli. Possiamo manifestare
l'amore che abbiamo bisogno, riconoscere
l'importanza del rapporto con i genitori,
e continuare a scoprire modi
compassionevoli di metterci in relazione
con i figli che sono il nostro dono più
caro.
Quali sono le cose più importanti
che un genitore dovrebbe sapere?
Due cose. Primo, nella nostra società si
suppone che adulti e bambini operino
secondo due diversi principi di
comportamento. Come adulti, sappiamo che
ci comportiamo nel modo migliore
possibile se siamo trattati con
gentilezza, pazienza e comprensione. Ma
si presume che i bambini si comportino
meglio quando sono minacciati, puniti e
umiliati. Se cerchiamo di individuare a
quale età avvenga la misteriosa
trasformazione dai "principi di
comportamento infantili" ai
"principi di comportamneto
adulto", non sappiamo che dire,
perché non c'è una tale trasformazione.
Non c'è differenza nel modo in cui
adulti e bambini si comportano: tutti noi
ci comportiamo nel modo in cui veniamo
trattati.
Secondo, quando un bambino si comporta
male i genitori hanno l'opportunità di
dare una conferma importante ai
sentimenti del figlio e gentili
insegnamenti di vita. Per esempio, si
può dire a un bambino che ha appena
colpito un amico: "Vedo che sei
molto arrabbiato. Desideravi molto quel
giocattolo tutto per te, ma adesso tocca
a Joey. Va bene essere arrabbiati ma non
è bene picchiarlo. Invece che cosa ti
piacerebbe fare mentre aspetti il tuo
turno?" Con questo tipo di
comunicazione, il bambino ottiene una
precisa risposta sull'amicizia e impara
da questo esempio come rispondere a una
persona arrabbiata in un modo paziente e
sensibile.
Se invece il genitore ricorre alla
punizione, si perde l'opportunità di
imparare dalla situazione, perché
l'attenzione del bambino viene distolta
dalla situazione attuale per sprofondare
invece in sentimenti di rabbia e
umiliazione e fantasie di vendetta. Poco
impara su come comportarsi la prossima
volta che si ripresenterà una situazione
del genere.
Infine il 'buon comportamento'
superficiale, ottenuto con le minacce e
le punizioni potrà durare solo fino a
quando il bambino sarà abbastanza grande
per ritorcersi contro. Ma se fiducia,
gentilezza e comprensione sono lasciate
intatte nel bambino fin dalla nascita e
rafforzate da esempi coerenti da parte
degli adulti, tali qualità umane
dureranno per tutta la vita.
Capisco, si tratta solo di aver
fiducia nei bambini, di riconoscere che i
bambini avranno meno esperienza di noi e
sono più piccoli di noi, ma meritano di
essere trattati con dignità e rispetto
quanto gli adulti. Dai neonati ai
centenari tutti gli esseri umani si
comportano come sono trattati.
___________________________________________________
Il bambino piange: come
devono rispondere i genitori?
IMMAGINA
PER UN ATTIMO di
essere rapito dagli alieni su
un'astronave e portato su un pianeta
lontano dove sei circondato da
gigantesche e misteriose creature che non
parlano la tua lingua. Due di loro ti
prendono sotto la loro protezione. Tu
dipendi completamente da loro per tutti i
tuoi bisogni: bere, mangiare, stare bene
e, soprattutto, essere rassicurato che ti
trovi al sicuro in quel posto strano. A
questo punto immagina di stare male o di
avere molta sete o bisogno di conforto
emotivo, ma i due tutori ignorano il tuo
pianto disperato. Non riesci a far si che
ti aiutino o capiscano i tuoi bisogni.
Adesso hai un altro problema, peggiore
del primo: ti senti completamnete
impotente e abbandonato in un mondo
alieno.
A nessuno piace sentirsi ignorati. Essere
ignorati porta a sentimenti di impotenza
e rabbia che inevitabilmente danneggiano
una relazione. Questa reazione sembra
universamente riconosciuta per gli
adulti, e non c'è motivo di credere che
sia diverso per i bambini e i neonati.
Pochi ignorano un adulto che dica
ripetutamente "Mi puoi aiutare? Non
mi sento bene". Ma un bambino non
può fare questa affermazione, può solo
piangere e piangere fino a quando
qualcuno risponde, o fino ad arrendersi
sconsolato.
Nella cultura occidentale moderna
riteniamo che il pianto sia normale e
inevitabile per i bambini.
Tuttavia per migliaia di anni gli adulti
hanno risposto immediatamente e senza
indugi al pianto del bambino. Nelle
società dove i bambini sono tenuti
vicino alla madre per la maggior parte
del giorno e della notte durante i primi
mesi il pianto è raro. E al contrario di
quello che in molti credono nella nostra
società, i bambini accuditi in questo
modo si rivelano indipendenti prima dei
bambini che non ricevono queste cure.
Infatti la ricerca sulle prime esperienze
infantili conferma che i bambini che
hanno ricevuto le più amorevoli cure
durante la prima infanzia diventano
adulti più affettuosi e sicuri di sè,
mentre quei bambini che sono stati
costretti a un comportamento remissivo
accumulano del risentimento e rabbia che
possono esprimersi in modi pericolosi in
seguito.
Malgrado queste ricerche la maggioranza
degli argomenti per ignorare il pianto
del bambino sono basati sul discorso di
non 'viziare' il bambino. Un opuscolo per
la cura dei lattanti consiglia ai
genitori di "lasciare che il bambino
si arrangi per un po'".
Sebbene il periodo dell'infanzia può
mettere alla prova i genitori, un bambino
è semplicemente troppo giovane e ingenuo
per 'arrangiarsi' con le ragioni del
pianto, qualunque siano. Non può
nutrirsi, cambiarsi o consolarsi nel modo
come natura vuole. Evidentemente è
responsabilità del genitore andare
incontro ai bisogni del bambino di essere
accudito, protetto e amato; non è
responsabilità del bambino di venire
incontro al bisogno di pace e solitudine
degli adulti.
continua...
|